La guerra in Ucraina ha portato alla luce la verità sulla censura che viene applicata sia dall’informazione che dai governati.
Due casi di censura della verità si sono potuti assistere in diretta televisiva.
Durante il telegiornale del 26 febbraio 2022 il corrispondente da Mosca dice:
“basta guardare la cartina geografica per capire che, negli ultimi 30 anni, chi si è allargato non è stata la Russia, ma la Nato”
Elena Mongelli, descrive questo fatto come “vergognoso per il servizio pubblico” e che “quanto detto nell’intervista è di una falsità gravissima.
Per alcuni parlamentari del Pd, Innaro avrebbe “confuso il piano dei fatti con quello delle opinioni”.
Come si può vedere da questa animazione le affermazioni di Marc Innaro corrispondono alla realtà.
Il professor Alessandro Orsini, direttore e fondatore dell’Osservatorio sulla sicurezza internazionale della Luiss è stato censurato dalla sua stessa università, la Luiss Guido Carli, per le sue analisi sulla guerra in Ucraina durante la trasmissione Piazza Pulita su La 7.
Ha condannato l’invasione dell’Ucraina da parte di Putin, ma alla fine aveva aggiunto che
“la causa è per il fallimento della politica dell’Unione Europea”
aggiungendo che
“questa era la guerra più prevedibile del mondo”
Alla Radio della Svizzera Italiana Orsini aveva anche detto che
“L’Ucraina è fondamentalmente persa” e che “l’unica via per salvare i civili, è scendere a compromessi con Putin”.
Facebook e Instagram, inoltre trasgrediscono la legge Mancino
Il Covid 19 e la guerra in Ucraina hanno messo alla luce che l’informazione censura la verità, a volte con notizie false o discreditando chi le propone.
Una situazione che colpisce il libero pensiero di studiosi e i giornalisti.
“Tutti hanno diritto manifestare il libero pensiero con la parola lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione
La stampa non può essere soggetta ad autorizzazioni o censure”
Costituzione Italiana Art.21
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