Intolleranza alimentare emozionale
Un’emozione può generare un intolleranza alimentare?
Intolleranza alimentare emozionale, d’origine fisica, o un intolleranza alimentare fisica, d’origine emozionale,
ma Mente, e Quarto Elemento possono generare intolleranze alimentari.
Le situazioni possono essere a livello conscio o inconscio.
L’intolleranza alimentare emozionale può generare la malattia fisica.
E’ nel infanzia che si recepiscono le prime emozioni da frasi o immagini o azioni e queste risiedono nella nostra memoria.
Associamo l’alimento alle informazioni che recepiamo dal ambiente, dai genitori, dalla società.
Emozioni che sono a livello conscio ed inconscio, anche se la maggior parte delle persone rifiuta di credere che questi blocchi possano creare un disturbo fisico.
Blocchi che hanno un origine emozionale, come l’intolleranza al frumento, associata alla figura paterna e materna, una analisi critica nei confronti dei genitori.
Al latte è associata la figura materna, l’allattamento dei primi giorni di vita, che invia vibrazioni che passano da cellula a cellula, da madre a bimbo, informazioni d’amore, tenerezza, serenità.
Le informazioni trasmesse possono essere un pensiero inconscio di una mamma che nel cuore suo, desiderava un maschio, ed invece ha partorito una bambina.
Queste emozioni e pensieri, possono portare al interruzione della produzione del latte.
La bambina, quando arriverà al età in cui la madre ha partorito, diverrà intollerante al lattosio.
L’intollerante al latte ha due reazioni differenti.
La persona continua ad assumere latte e latticini, avendo cura di non esagerare, oppure elimina completamente tutto quello che contiene lattosio.
Nel primo caso la consapevolezza porta ad avere un rapporto di convivenza con il lattosio, di equilibrio e l’intollerante riesce a gestire la sua problematica.
Quando invece l’esclusione del lattosio è totale, crea l’impossibilità di convivenza, di colloquio, l’intollerante si comporta come la mamma che ha interrotto la produzione di latte perché è nata una creatura di sesso differente da quello desiderato.
Non esiste una percentuale tra maschio o femmina per l’intolleranza al lattosio, ma le presone di sesso femminile sono quelle che maggiormente ricercano l’alimento delattosato.
Questi intolleranti non ammetteranno mai di avere un rapporto di odio amore con la propria madre, perché quasi sempre è a livello inconscio.
Gli intolleranti al lattosio non non credono che Emozione e Mente possano elaborare un intolleranza, per loro è solo un enzima che non funziona, una malattia Fisica generata dal Fisico, senza chiedersi perché l’enzima si è bloccato.
Il malessere emozionale può avere un origine fisica.
La vista o il profumo o il gusto di un alimento può generare un emozione legata ad una ricordo.
Il ricordo può essere piacevole o triste.
La vista e il profumo dei mandarini ricordano l’inverno, le feste Natalizie, l’albero di Natale, i regali, momenti di serenità e felicità.
Ognuno di noi alla vista di un mandarino, al suo gusto, al suo profumo può collegare mille ricordi, uno di questi è quello di mettere le bucce sopra il termosifone o la stufa per far si che gli oli essenziali, contenuti nelle bucce, profumino la casa.
La casa si riempie così di una fragranza dolce, soave, Natalizia.
In Sud America i mandarini (tangerina, mexerica e ponkan) crescono e vengono consumati nei mesi di luglio, agosto, settembre, i mesi dell’inverno dell’emisfero del Sud.
Una persona che ha vissuto in Europa, quando si trova a vivere l’inverno Sud Americano, mangia i mandarini, ma non è Natale, non ci sono le luminarie per le strade, non nevica, non ci sono i termosifoni ne tanto meno le stufe dove mettere le bucce e tutto ciò provoca nostalgia.
Un frutto ed i sensi: vista, gusto, olfatto hanno provocato un emozione, la tristezza di ricordi passati.
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Quante volte avete cercato conforto nel cibo, qualsiasi cibo, nei momenti di preoccupazione, ansia e noia? Avete mai pensato che il cibo che mangiamo influisce su ciò che pensiamo, diciamo e facciamo? Che cosa è che ci fa perdere il controllo e come possiamo tramutare le nostre emozioni negative in esperienze positive? Possiamo imparare a non ammalarci?
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Se le metodiche nutrizionali per la diagnosi e la terapia delle allergie-intolleranze alimentari fossero note e si applicassero normalmente si potrebbero ottenere, senza uso di farmaci, miglioramenti e guarigioni di molte malattie fisiche e mentali definite spesso croniche o incurabili come: cefalee, coliti, dermatiti, psoriasi, obesità, stanchezza cronica, iperattività, attacchi di panico.
(NB Il testo italiano, ortografia e punteggiatura, non sono perfetti perché sono adattati a Google Traduttore e Balabolka).
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