Cinque russi, che sono stati inseriti nelle liste delle sanzioni dopo l’invasione dell’Ucraina hanno avuto il sequestrato di ville e yacht.
Sono state sequestrate ville in Sardegna, Toscana e sul Lago di Como e in Toscana
Superyacht sono stati bloccati ai loro ormeggi nei porti
Il “Lady M”, uno yacht di 65 metri (215 piedi), che ha un prezzo di 65 milioni di euro, di proprietà dell’uomo più ricco della Russia, Alexey Mordashov è stato sequestrato ad Imperia.
La Lena è un superyacht sequestrato nel porto di Sanremo con un valore di 50 milioni di proprietà di Gennady Timchenko.
Sailing Yacht A di 143 metri ha un prezzo di 530 milioni di euro, è la più grande barca a vela del mondo, è stata sequestrata nel porto di Trieste.
Questo veliero è di proprietà del miliardario russo Andrey Igorevich Melnichenko,
La nave di 86 metri Amore Vero di Igor Sechin, capo della compagnia petrolifera statale russa Rosneft, è stata sequestrata in Francia a La Ciotat.
Il ministero delle finanze francese afferma che lo yacht appartiene a una società controllata da Sechin.
A sua volta Sechin nega questo.
I costi di gestione annuali dei più grandi superyacht possono ammontare al 10% del loro valore, compresivi di stipendio dell’equipaggio, le riparazioni, il carburante, il cibo, l’assicurazione, le tasse di ormeggio e le utenze a terra.
I costi di gestione di uno yacht sequestrato sono a carico del proprietario, in Francia e in Spagna.
I blocchi sui conti correnti bancari però mettono nella condizione il proprietario di esso non poter effettuare il pagamento.
La società Ciotat Shipyards francese che ha in ormeggio Amore Vero ha detto che sta scrivendo le fatture. ma non sa a chi mandarle.
In Italia le spese di manutenzione sono a carico dell’agenzia del demanio e i beni sequestrati sono gestiti da un amministratore di nomina pubblica.
Le spese poi saranno rimborsate dal proprietario oppure lo Stato potrà vendere il bene, ma sempre che non vi sia una causa internazionale in corso.
Questa potrebbe anche essere vinta dal proprietario e quindi allo Stato Italiano verrebbero addebitate tutte le spese di manutenzione.
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